Il più potente “motore di cambiamento”.

Nei tanti anni passati ad osservare il comportamento delle persone negli ambienti lavorativi, ho potuto constatare che, fondamentalmente, esistono tre diverse categorie di persone:

  1. Le persone che si accontentano, non si lamentano e nemmeno si pongono il problema di un possibile cambiamento della loro posizione lavorativa.
  2. Le persone che si lamentano e basta, ma che non farebbero mai nulla per uscire da quella che è la loro zona di confort.
  3. Le persone che, pur essendo consapevoli che il loro attuale lavoro è necessario alla loro sopravvivenza, sognano un cambiamento, un miglioramento, una crescita e perché no, anche una vera e propria rivoluzione delle proprie vite lavorative.

Per le prime due categorie, con il dovuto rispetto, non ho molto da scrivere. Se uno ha smesso di sognare, di sperare e vuole essere vittima del suo stesso pensiero limitante, non ha senso nemmeno provare a offrire consigli e suggerimenti. Sarebbe solo tempo perso.

Voglio invece scrivere due righe per le persone che appartengono alla terza categoria. Forse sono di parte. Anch’io sono fatto così, tuttavia è proprio per queste persone che esiste lavorareoggi.it

Si, esatto. É per le persone coraggiose, audaci, sempre pronte a rimettersi in gioco che ho deciso di dar vita a questo blog. Forse, se stai ancora leggendo questo articolo, anche tu appartieni a questa categoria.

Ma cosa ci rende così diversi dagli altri? Cos’è che ci spinge a farci tante domande? Cos’è che ci spinge a protendere ad un continuo miglioramento?

Vuoi davvero che te lo dica?

Va bene!

Te lo dico.

L’insoddisfazione. Si, proprio quella.

Hai presente quella sensazione che di solito si prova il lunedì mattina?

Dopo esserti alzato, esserti preparato in bagno e aver fatto colazione, esci finalmente di casa per recarti a lavoro. Durante il tragitto, in mezzo al traffico, anche se la radio è accesa, nella tua testa cala il silenzio più totale. La tua mente inizia a vagare e tu cadi, come in uno stato di trance, in cui i tuoi unici pensieri sono rivolti verso quello che vorresti davvero essere, verso il lavoro che sogni e verso la piena realizzazione di te stesso. Vedi tutti i tuoi desideri a portata di mano, talmente vicini che provi ad afferrarli e…

In un istante però il tuo sogno finisce bruscamente, dietro di te, senti il suono nervoso e assordante di un clacson che ti ricorda che hai indugiato per più di un secondo ad un semaforo verde. Il tuo sguardo va inevitabilmente sullo specchietto retrovisore dove un tizio, in chissà quale dialetto, ti sta maledicendo mentre urla e gesticola, con gli occhi ormai “fuori dalle orbite”.

Allora, di colpo, il tuo stato d’animo cambia. Senti la pressione salire, vai letteralmente in fiamme, il nervoso ti sale alle stelle e mentre con qualche gestaccio, rispondi al tizio dietro di te, senti una sola e unica sensazione pervadere tutto il tuo corpo e tutta la tua mente: l’insoddisfazione.

Ti accorgi che, quello che tutti i giorni sei costretto a vivere, ti procura ansia, angoscia e una latente e profonda insoddisfazione.

Ci sono però due modi, per reagire a questa brutta sensazione o emozione negativa:

Il primo modo è farsi sopraffare dall’insoddisfazione e per paura, lasciare tutto così com’è, continuando a rivivere ogni singolo giorno lo stesso film, come si fosse vittima di un infernale, sadico e continuo rewind.

Il secondo modo, quello che a me piace, è trasformare l’insoddisfazione in un potente motore di cambiamento in grado di tirarci fuori da quel dannato pantano emozionale.

Se infatti riusciremo a trasformare un emozione negativa, estremamente potente come l’insoddisfazione, nel nostro “motore di cambiamento”, nulla e nessuno potrà arrestare la nostra corsa verso il cambiamento e la realizzazione dei nostri sogni.

A presto!

Gianluca Rossetti.

Foto di Gerd Altmann da Pixabay